• Articolo pubblicato:19 Ottobre 2020
  • Categoria dell'articolo:Universi
  • Ultima modifica dell'articolo:8 Luglio 2024

In un mondo dove esistono armi come i mitra, i cannoni, i carri armati, le bombe atomiche o le supercazzole, i Cavalieri dello Zodiaco si ritagliano un piccolo angolo tutto per loro con il solo scopo di menarsi a vicenda a schiaffoni e tecniche speciali. Tutto perché loro sono protetti dalle armature delle costellazioni… mica cazzi.

Che poi, nessuno ha mai provato a bombardarli o a spararli addosso con un bazooka. Voglio proprio vedere se le loro armature colorate e fin troppo decorate possono fare qualcosa contro la tecnologia militare dell’era moderna.

Se c’è una cosa che caratterizza questo mondo sono le armature dei cavalieri dello zodiaco. Sebbene nella traduzione italiana siano genericamente tutte accreditate come “dello zodiaco”, nella versione originale sono solo quelle d’oro dei guerrieri di Atena a essere, per l’appunto, dello zodiaco.

Forgiate dagli alchimisti di Mu su richiesta di Atena, ognuna di queste armature è ispirata a una delle ottantotto costellazioni originali che esistevano nella volta celeste dell’antica Grecia. Ci sono tuttavia diverse eccezioni, anche se si tratta di armature filler introdotte solo per mandare avanti l’anime e continuare a macinare soldi con il merchandise. Comunque, ogni armatura si può classificare per il materiale di cui è composta, sebbene anche in questo frangente ci siano eccezioni.

La peculiarità di ogni armatura è che, quando non è indossata, ha le sembianze della costellazione che rappresenta, facendo comparire parti supplementari fittizie per darle la forma ideale. Da questo punto di vista sono magiche, tanto che sembrano quasi viventi, abbastanza da scegliersi un cavaliere da sole, così come la bacchetta sceglieva il mago in Harry Potter. Infine assumono la taglia giusta per il guerriero che le indossa, senza rischiare di dover tornare da Atena a farsele cambiare. La mia ad esempio andrebbe sicuramente troppo stretta e ho già perso lo scontrino.

Pegasus Saint Seyia Cavalieri dello Zodiaco
Quel fighetto di Seiya di Pegasus in posa per le riviste

Metallo resistente, ma non troppo

Le armature di bronzo sono le più merdose della categoria, così fragili che si possono tagliare con un grissino. Rappresentano le costellazioni marginali, quelle che nessuno si ricorda mai, come quelle ispirate allo zodiaco cinese. Dai chi mai ha riconosciuto la costellazione dell’unicorno, del cigno o di Andromeda? Oltretutto sono anche quelle che coprono di meno, spesso dotate di un antiestetico gonnellino in lamiera che anche gli antichi greci consideravano fuori moda. Visto che si frantumano alla stessa velocità delle mie palle quando sento un no-mask urlare che la mascherina gli ha tolto la libertà di respirare, si possono riparare comodamente da Mu, cavaliere d’oro dell’Ariete. A patto di raggiungere un tempio sperduto e di prosciugare metà del proprio sangue. Un affarone.

Le armature d’argento sono quelle di media durabilità, più stilose e fighette rispetto a quelle di bronzo, alcune di esse riescono a coprire ancora meno delle precedenti, lasciando scoperti punti sensibili come i genitali ad esempio. Questo potrebbe spiegare perché molti dei cavalieri d’argento hanno voci femminee. Tra le armature d’argento più conosciute ricordiamo anche quelle delle sacerdotesse del Grande Tempio, tra cui il Cobra di Tisifone (in realtà sarebbe Ofiuco, ma la traduzione italiana ha deciso per il cobra) e l’Aquila di Castalia. Sempre a questo rango appartengono anche le armature ispirate a dei personaggi della mitologia greca, come ad esempio Orfeo o Eracle.

Le armature d’oro sono infine il non plus ultra della categoria, indistruttibili, resistenti al caldo, al freddo e ai film dei Vanzina, sono anche quelle più rare. Così fighe da essere considerate sacre, è proprio per loro che l’anime in lingua originale si chiama “Saint Seiya”. “Saint” ovvero “santo” però, nella traduzione italiana sarebbe risultato blasfemo e per evitare problemi con la chiesa, che in seguito avrebbe additato i Pokemon come seguaci di Satana, si limitarono a un banale “sacre”. Sono ispirate ai segni zodiacali occidentali, proteggono tutto il corpo e hanno uno stiloso mantello bianco che in battaglia svanisce misteriosamente.

Le armature d’acciaio sono tra le armature filler introdotte dall’anime. Sono tecnologicamente avanzate e, se stimolate nel modo giusto, fanno anche il caffè. Sono solo tre, indossate da altrettanti ragazzini quasi preadolescenti. Oltretutto quando non vengono indossate si trasformano in comodi mezzi di trasporto.

Troviamo poi innumerevoli altri tipi di armature, tra cui quelle degli dei (che non si sa mai che un dio debba voler combattere), quelle di Asgard, dei sette mari, dei satelliti, dei giganti, degli angeli, dei morti, delle driadi, degli aztechi, delle gemme preziose e tante altre. Insomma, ogni divinità ha i propri guerrieri con le proprie armature e la cosa bella è che coesistono dei di diverse religioni tutti nello stesso pantheon e tutti in guerra tra loro. Costantemente. Si vede che non c’hanno proprio un cazzo da fare.

Tutte le armature dei cavalieri d'oro ma senza i cavalieri

Dei e cavalieri: tutti pronti a menarsi!

Come abbiamo detto, ogni cavaliere ha il dovere di proteggere il suo dio di riferimento. I nostri eroi sono i toyboy di Atena, una dea reincarnata in una ragazzina, abbastanza inutile, il cui hobby sembra quello di farsi rapire per dare ai cavalieri una scusa per scannarsi con altri cavalieri. Che poi, nella traduzione italiana sono cavalieri, ma giustamente da tutte le altre parti sono chiamati guerrieri in quanto di cavalli non ce ne sono. Ma fa decisamente più figo come nome.

Altro appunto sulla traduzione: i nomi dei protagonisti spesso sono fusi con quello dell’armatura che possiedono. Ecco quindi che abbiamo Pegasus di Pegasus, Andromeda di Andromeda e Phoenix di Phoenix. Ah che bello l’adattamento! Per questi personaggi (e altri), userò i nomi giapponesi. Però dai, a parte gli scherzi, l’adattamento italiano è tra i migliori esistenti. Aulico al punto giusto, in alcuni dialoghi citano anche Dante!

Seiya di Pegasus è il nostro protagonista, un adolescente di quattordici anni che ancora non ha visto crescere il primo baffetto, ma che si pesta a sangue contro tizi molto più vecchi di lui, accompagnato da altri ragazzini della sua età. Scemo a livelli impensabili come ogni buon protagonista giapponese che si rispetti, è anche il primo del gruppo a fare tutti i level up.

Shiryu del Dragone è un cinese dai capelli lunghi il cui scopo nella storia è di sacrificare la vista e diventare cieco. Più volte. Possiede un mini scudo sul braccio che si dica sia indistruttibile, ma che è sempre la prima parte dell’armatura che viene distrutta. Nella traduzione lo hanno chiamato Sirio, che comunque è un nome un sacco figo.

Hyoga del Cigno è invece un biondino nordico appassionato di immersioni, così esperto che va a trovare la madre morta in fondo a un mare ghiacciato, a maniche corte. Lo ricordiamo anche perché per poter eseguire una tecnica è prima obbligato a fare un imbarazzante balletto che ricorda tanto la “Morte del Cigno”. In Italia si chiama Crystal e comunque lo ricordo solo così.

Shun di Andromeda è l’effemminato del gruppo, quello dalla sessualità confusa che esiste in ogni anime giapponese. Maschio con un’armatura rosa shocking, ha i capelli verdi e armeggia una catena per il bondage.

Ikki di Phoenix è il fratello maggiore di Shun, nonché l’unico che di Atena se ne fotte e che appare solo per salvare il culo al fratello che è una mezza sega e non sa combattere. È uno dei personaggi più cazzuti dell’anime e visto che indossa l’armatura della Fenice, tende a rinascere dalle sue ceneri così come la sua armatura. Tra tutti è sicuramente anche quello più bravo a combattere.

Ares è il villain della prima serie (che poi si scopre essere un altro personaggio, ma non faccio spoiler), chiamato in italiano Arles o più semplicemente il Grande Sacerdote. È fondamentalmente pazzo, come tutti i villain e tiene prigioniera Atena dopo che s’è beccata una freccia nel cuore.

In una delle saghe successive vedremo invece Ade come nemico principale, accompagnato da imitazioni violacee delle armature dei cavalieri d’oro, indossate da cavalieri ormai morti. Tutto sommato una saga interessante, decisamente più accattivante del filler e dell’altra saga che l’ha preceduta, che vedevano come nemici prima Ilda di Polaris (associata a Odino e al mito nordico) e poi a Poseidone, con le sue armature d’oro di scaglie dei sette mari.

Piccola menzione è doverosa anche per i primi cavalieri d’oro, quelli della saga originale, visto che sono i più caratterizzati.

  • Mu di Aries (non quella di Final Fantasy VII) ad esempio è un buddista incallito, buono fino al midollo, tanto da sembrare una versione cavaliere di Ned Flanders.
  • Aldebaran di Taurus è invece il classico palestrato superpompato che in palestra occupa tutti gli attrezzi, tutti insieme.
  • Saga di Gemini è lo spoiler di questa saga. Non dico troppo, ma sappiate che essendo il cavaliere dei gemelli, ha un gemello. Prevedibile.
  • Deathmask di Cancer è il classico cattivo scemo, che spamma solo una tecnica per tutta la battaglia. Bella l’evoluzione del personaggio durante la saga di Hades.
  • Aiolia di Leo è il fratello piccolo e scemo di Sagitter, ma è uno dei primi a ricredersi e a passare dalla parte degli eroi.
  • Shaka di Virgo è un altro buddista. Curiosamente in quanto buddista è il più vicino alla dea Atena. Una dea greca. La coerenza… mah. È comunque uno dei personaggi più fighi e il suo scontro con Ikki di Phoenix è troppo bello.
  • Doko di Libbra non spoilero chi sia in realtà, ma diciamo che si è fatto bellamente i cazzi suoi per 300 anni, in vacanza in un posticino tranquillo.
  • Milo di Scorpio è il classico bulletto di quartiere, un po’ emo incompreso, che se la vanta costantemente perché lui c’ha l’unghia avvelenata.
  • Aiolos di Sagitter, fratello maggiore di Leo, è uno dei cavalieri mancanti perché in gioventù ha fatto la cazzata di salvare Atena da un assassino ed è dovuto fuggire, crepando poi malissimo per mettere in salvo la pargoletta. Neanche era nata che già portava sfiga.
  • Shura di Capricorn è invece uno spagnoleggiante cavaliere un po’ fissato con Excalibur, che vanta di aver ricevuto in dono da Atena. Peccato che si riferisca sempre al suo braccio destro, con cui probabilmente cerca conforto nelle serate tristi e sole. E sono tutte tristi e sole lì nella casa di Capricorn. Non faccio battute sul collegamento tra una spada medievale e la mitologia greca, anche da bimbo scemo qual ero quando vedevo l’anime in TV, notavo l’incongruenza.
  • Camus di Acquarius è un altro cavaliere freddo. È stato il maestro del maestro di Hyoga, quindi è un po’ come se fosse suo nonno-maestro. È così fissato col ghiaccio che ha sempre i piedi freddi e nessuna ragazza vuole dormire con lui.
  • Aphrodite di Pisces chiude la combriccola. Al contrario del suo nome, non ha nulla a che fare con i pesci, ma attacca usando delle rose. Oltretutto è il primo di una lunga serie di personaggi dalla voce, dai modi e dalle movenze gender fluid. Nel senso che non si capisce se è maschio, femmina, ermafrodito o semplicemente idiota.
Gold Saint Cavalieri dello Zodiaco
Tutti i cavalieri d'oro. C'è uno spoiler, ma non lo noterà nessuno.

Il Grande Tempio: un sacco di spazio sprecato

Luogo di addestramento dei nuovi guerrieri di Atena, è un gigantesco monte il cui pendio è puntellato da dodici case dello zodiaco abitate da altrettanti cavalieri… o quasi. Tutti i cavalieri sono agli ordini di Atena, ma non sapendo che il Grande Sacerdote Ares l’ha ferita e poi rapita, per tenerla prigioniera, affrontano i cavalieri di bronzo convinti di essere nel giusto. Peccato che nonostante siano i cavalieri più forti, vengano sconfitti uno dopo l’altro.

Un piccolo buco di trama che mi ha sempre ossessionato da bambino: la trama della prima serie vede i cavalieri di bronzo protagonisti scalare il monte per raggiungere il tempio di Atena in cima e salvare la dea. Ora, visto che in questo mondo esistono gli elicotteri e altri mezzi di trasporto volanti, perché nessuno di loro ha pensato di prendere un cazzo di elicottero per arrivare sul fottuto cucuzzaro di questa collinetta spoglia di vegetazione? Perché sfondarsi di battaglie e innumerevoli scalini quando si può volare? Boh.

Altri reami degli dei

Asgard è l’ambientazione della seconda saga dell’anime e primo fillerone. È un posto freddo abitato da gente che se vai al bar a prenderti il caffè ti fa pure pagare l’acqua. Decisi a volere il caldo della Grecia, mandano uno dei cavalieri a uccidere Atena. Parte così uno scontro che vede i cavalieri di Atena contro quelli di Asgard, comandati da Ilda di Polaris e segretamente manipolati da Poseidone.

Il fondo dei sette mari lo vediamo durante l’omonima saga. Qui Atena viene rapita da Poseidone e infilata di prepotenza in un silos che lentamente si riempie d’acqua. I cavalieri (sempre gli stessi cinque) saranno costretti a sconfiggere i servi del dio dei mari e distruggere le colonne che proteggono. Si, perché pare che i mari siano “sorretti” da sette colonne protette da altrettanti cavalieri. Irrealistico quanto un discorso di un politico di estrema destra.

Letteralmente ispirato all’aldilà dantesco, il mondo dei morti di questo universo è governato da Ade, che ha deciso di uccidere Atena perché gli stava sul cazzo, e di reincarnarsi in Shun di Andromeda. Anche Ade ha una sessualità confusa probabilmente. Fatto sta che vedremo i cavalieri oltrepassare la porta del giudizio custodita da tre Gran Giudici, per poi fare una passeggiata rilassante (ci si rilassa con scontri sanguinari e sacrifici vari, vero?) tra tutti i gironi fino ad arrivare al Tempio di Ade che, curiosamente, al suo interno custodisce un portale per i Campi Elisi.

Cavalieri dello Zodiaco Netflix
La versione di Netflix. Sembrano fatti di plastilina.

Ogni cosmo è bello a mamma sua

Per tutto, tutto, TUTTO il fottuto anime (o manga), non si fa che parlare del cosmo. Ogni cavaliere possiede un cosmo interiore, una sorta di energia spirituale che permette l’uso delle tecniche peculiari della propria costellazione. Seiya, ad esempio, ha i fulmini di Pegasus, una sorta di onda energetica fatta male, mentre Ikki di Phoenix ha le Ali della Fenice o il Fantasma Diabolico. E così anche tutti gli altri cavalieri.

Ovviamente ogni personaggio dovrà urlare il nome della tecnica prima di utilizzarla, come tradizione giapponese vuole, ma tralasciando sta stronzata, è palese come tutto il potere di un cavaliere derivi dal proprio cosmo. Per poter diventare più potente ed eseguire tecniche più fighette, i cavalieri devono espandere il proprio cosmo fino a farlo bruciare. Tradotto in linguaggio comune: concentrarsi per dirottare tutto il proprio potere in un’unica tecnica più potente.

Più volte vedremo Atena incitare telepaticamente i cavalieri dicendogli di espandere o di far bruciare il proprio cosmo, tutto per raggiungere il livello di potere e consapevolezza che solo un cavaliere d’oro possiede: il settimo senso. Si, se credevate che i sensi fossero solo cinque, vi sbagliate. Nei Cavalieri dello Zodiaco oltre al tatto, al gusto, all’olfatto, alla vista e all’udito c’è anche il sesto senso, ovvero la percezione e addirittura un settimo. Di che cosa si tratta quindi? Nulla, è solo la profonda conoscenza del proprio cosmo interiore. Tutto qui. Non canonicamente esiste poi anche l’ottavo senso, ottenuto da Sisifo del Sagittario nella saga spin-off Lost Canvas. Praticamente sarebbe la capacità di far uscire la propria anima dall’inferno. Comodo, no?

Sta cosa dei cinque sensi viene toccata fin troppo spesso durante le varie saghe, con personaggi capaci di toglierli, altri che li ridanno e Shiryu che diventa cieco. Ancora. E ancora. E ancora. La cecità di Shyriu è un meme almeno quanto le morti di Crilin.

Ade in Lost Canvas. Come possiamo vedere, Ade ha la sessualità confusa tipica di molti personaggi jappo

Lo schema del cattivo standard

In questo universo, più che in qualunque altro, possiamo identificare tutti i cattivi in tre tipologie diverse. La prima è quella del soldato comune, ovvero tutte quelle comparse che vengono disegnate come carne da macello per le tecniche dei protagonisti, che useranno questi poveracci come pungiball per provare la nuova tecnica di turno. Li si riconosce perché sono tantissimi, attaccano solo in gruppo e generalmente non gli vengono neanche disegnati gli occhi, magari coperti da una fitta ombra proiettata dal loro elmo. Hanno gigni sfacciati e sono soliti urlare come dannati tre secondi dopo aver ghignato, mentre saltano in aria per via di questa o quella tecnica. Sono talmente generici che non hanno nome, possiedono giusto tre o quattro silhouette diverse e spesso hanno lo stesso doppiatore. Ne sono un esempio i guerrieri del Grande Tempio (quelli con l’armatura brutta), o i pallasiti.

Subito sopra ci sono i miniboss, ovvero quei cattivi che appaiono in pompa magna, si presentano con nomi altisonanti e hanno tecniche dal nome altisonante. Generalmente dicono di essere invincibili, di avere armature indistruttibili, barriere impenetrabili e altre robe così. Il tutto solo per farli poi stupire quando il protagonista di turno li pesta selvaggiamente, solitamente dopo il power up del momento. E quando gli sceneggiatori vogliono rendere uno di questi cattivi davvero odioso, solitamente gli affibbiano battute in cui insultano i protagonisti. Spesso più sono odiosi, più velocemente/teatralmente vengono sconfitti. Tra questi si trovano tutti i cavalieri d’oro della prima serie, ma anche i cavalieri dei sette mari, quelli di Asgard, etc…

In ultimo ci sono i main villain, ovvero quei cattivi che sono i veri boss della saga di turno. Spesso sono altri dei, rivali di Atena, che vogliono ucciderla per questo o quell’altro motivo. E con tutta sta voglia che hanno di ammazzarla, finiscono sempre per rapirla senza mai torcerle un capello, aspettando che i cavalieri protagonisti arrivino a prenderli a calci. Geniale, eh?

Omega: quando la fine è solo l'inizio del declino

L’idea della Toei era di rilanciare il franchise per farlo conoscere alle nuove generazioni per i quali gli anni ’80 sono storia passata più o meno come la seconda guerra mondiale e i telefonini con i tasti. Ecco quindi che il canale di anime giapponese più grande del pianeta se ne esce con una serie che fa talmente schifo e con così tanti problemi sotto tanti punti di vista, da fare concorrenza all’ottava stagione di Game of Thrones. Vi dico solo che, da appassionato del franchise, ho fatto così tanta difficoltà a vederla, da lasciar passare quasi un anno prima di riuscire a finire le 97 puntate di cui è composta. La banalità, la ripetitività e la poca caratterizzazione di tutto la rendono una delle serie più brutte dedicate ai saint. E dire che c’è gente che la osanna a capolavoro.

Le vicende della serie si svolgono anni dopo la fine della saga di Ade, con un Seiya diventato il cavaliere d’oro del sagittario e una dea Atena che fa da mamma al nuovo cavaliere di Pegasus: Kouga. Pare tuttavia che la nostra Lady Isabel sia stata maledetta da Marte, dio della guerra, che al solito vuole distruggere il mondo. Per allenarsi, Koga si reca a Palaestra, una sorta di Hogwarts per cavalieri, dove conosce gli altri quattro protagonisti che andranno a comporre il quintetto della serie: Yuna dell’Aquila, Haruto del Lupo, Ryuho del Dragone (figlio di Shiryu) e Souma del Leone Minore, che i giapponesi chiamano lionetto. Si, perché la serie non è mai arrivata in Italia, quindi se la volete guardare dovete sorbirvi un sacco di “soka” e “baka”. Giunto a Palaestra scopriamo che i professori altro non sono che vecchi cavalieri di bronzo, tra cui Geki dell’Orsa maggiore. Il vecchio saggio che lavora come preside è nientepopodimenoche il nuovo cavaliere d’oro di Capricorn, Ionia, che pare un misto tra Silente, Gandalf e The Rock.

A Palaestra Kouga scopre che le armature adesso hanno degli elementi e, come i tipi dei Pokemon, ci sono armature che vincono su altre perché usano attacchi elementali vantaggiosi. Per fortuna si sono resi conto più o meno subito che sta cosa era una gran cagata e se ne sono dimenticati dopo le prime puntate. Sempre a Palaestra facciamo poi la conoscenza di Eden di Orione, un cavaliere adolescentello come tutti gli altri, che si atteggia a figo bello e tenebroso. Prima di tagliare corto sulla trama c’è da fare una precisazione: le armature di questa serie sono conservate nelle clothstone, ovvero delle gemme che possono essere forate e utilizzate per farci orecchini, ciondoli e bracciali. Anche questa idea malsana è finita velocemente nel dimenticatoio e nella seconda parte della serie già sono tornati i consueti zainetti di metallo della Invicta.

La maledizione che affligge Atena sta peggiorando, quindi i cinque cavalieri protagonisti decidono che è venuto il momento di uccidere Marte. Per poterlo raggiungere devono però prima abbattere i cinque templi elementali che sorreggono la barriera intorno al tempio di Marte. Acqua, fuoco, terra, vento e fulmine sono tutti protetti da vari cavalieri d’argento che moriranno disagiatamente per permettere ai protagonisti di far andare avanti la trama. Una volta sparecchiato il pianeta dall’esistenza dei templi, Marte evocherà le dodici case dello zodiaco così, de botto, senza senso. Ad Atena rimangono giusto dodici ore di vita e guardacaso ci stanno dodici case prima di arrivare da Marte. Dove ho già visto questa storia?

Il nuovo cavaliere dell’ariete è Kiki, l’ex apprendista di Mu, susseguito da una sfilza di cavalieri cattivi cattivi che sanno di essere cattivi e se ne vantano. Harbinger di Tauros già alla seconda casa ha fatto fuori il quintetto, dicendo peraltro di aver rotto le ossa a tutti, ma visto che questi sono i protagonisti, ecco che poi sono tutti belli e freschi dopo neanche cinque minuti, pronti per andare a combattere contro altri sfigati dorati. Seguono quindi un po’ di imbarazzi in armatura che portano il titolo di cavalieri e che non sto ad elencare perché non me ne ricordo il nome. Tra le guest star troviamo Sonia dello scorpione che scopriamo essere la sorella di Eden e figlia di Marte, che ha ottenuto l’armatura d’oro per raccomandazione; ma anche Tokisada dell’acquario, ex cavaliere dell’orologio e omicida del fratello di Haruto. La sfanculata più odiosa è che l’armatura dell’acquario adesso è legata al tempo ed è posseduta da uno spirito malvagio che dà ordini anche al cavaliere che la indossa.

Non vi spoilero come finisce la saga, ma se c’è un seguito, immagino che possiate indovinarlo da voi. Nel secondo arco narrativo la nemica è invece Pallas, dea bambina dell’amore e collegata ad Atena tramite un bracciale che succhia energia vitale alla nostra vergine dai capelli viola. Così, totalmente dal nulla eh… mah, ho i brividi a pensare che qualcuno, leggendo la sceneggiatura di Omega abbia detto “wow, figo“. Insomma i pallasiti vogliono rubare il tempo al mondo e ovviamente sta ai nostri cinque protagonisti farsi il culo per salvarlo. Qui ritornano anche i cavalieri d’acciaio, con armature che imitano quelle dello zodiaco, ma decisamente più scarse. In compenso sparano laser meglio degli omini bianchi di Star Wars. Per una volta anche i cavalieri d’oro sono chiamati a combattere per proteggere Atena, ed era anche ora che sti stronzi lavorassero un po’ visto che rubano lo stipendio peggio dei dipendenti comunali assenteisti. Ovviamente però, venendo dalla saga precedente, sono rimasti in pochissimi… e comunque non sono i protagonisti, quindi non possono andare a rubare la scena a Kouga e gli altri, che altrimenti come le vendono le statuette e le action figure?

Il film che non avrei voluto vedere

Avete presente quel magico momento in cui siete lì a fissare una lista infinita di film da vedere per la serata e non sapete quale scegliere? Ecco, è quello che mi è capitato quella maledetta sera in cui, cazzeggiando su Prime Video, mi son detto: “ehi, ma è uscito un nuovo film dei Cavalieri dello Zodiaco… cazzo me lo vedo”. Sapevo che sarebbe stato una merda? Si. Parto prevenuto visto la quantità di merda che è stata prodotta negli anni sotto questa IP, ma non credevo che si potesse scendere così in basso. A fine film sono andato a vedere quanto ha incassato al botteghino e scopro, senza sorprese, che aveva incassato 7 milioni scarsi in tutto il mondo. Così pochi che considerarlo un flop sarebbe un onore. Ma come mai questo film è così terribile? Come mai nel guardarlo sembra di aver sprecato un paio d’ore della propria vita? Beh lasciatemi spiegare…

Partiamo dalla storia. Seiya è il classico povero che si guadagna da vivere combattendo nel ghetto, ma sfoggiando ottime doti da ballerina. Herbert, Ballerina. Accidentalmente tira fuori un po’ di cosmo inconsapevolmente e improvvisamente viene prelevato da Alman di Tule per essere portato in un villone a proteggere Lady Isabel. Così velocemente che pure il personaggio non ci capisce un cazzo. Alman è interpretato dal magistrale Sean Bean, che per continuare il meme, anche in questo film muore male. Forse questa è l’unica qualità del film. Per quanto riguarda Lady Isabel c’è da dire una cosa: l’attrice è brava, ma i truccatori meno… passa dal sembrare una procace ventenne al sembrare una cinquantenne in affari nello scambio di qualche scena.

Comunque… andiamo avanti veloce: Seiya viene spedito da Castalia per addestrarsi, ottenere l’armatura di Pegasus e tornare in tempo per affrontare Cassios, Guraad e Phoenix che hanno rapito Lady Isabel per estrarre il corpo di Atena. Come? Vi sembra che tutto sia sconnesso? Sono forse io che sono andato troppo veloce (lo so, me lo dicono tutte le ragazze), oppure è il film che non c’ha senso? Ma vabbé. Insomma, combattimento finale, i cattivi sono sconfitti, Isabel è salva anche se è diventata Atena e titoli di coda. Che merda.

Io vi giuro potrei buttare schifo su questo film per i prossimi sei paragrafi,. ma facciamo che taglio corto. Avete capito che la trama non esiste, ma fosse solo quello il problema… le coreografie dei combattimenti sembrano uscite da un film indiano di serie B, mentre i costumi sono così brutti che ci sono cosplayer nel mondo che nel vederli sono morti di infarto fulminante. Vi dico solo che l’armatura di Pegasus, che tutti ricordiamo bianca con l’elmo a forma di testo di cavallo, qui appare solo verso la fine ed è di un verde-grigetto senza richiami al Pegaso. C’è da dire che almeno protegge il corpo più dei modelli dell’anime. Per non parlare degli sportellini dell’elmo che proteggono la zona della bocca facendola sembrare uscita dal brutto sogno di un ninja ubriaco. Castalia è fatta molto meglio, anche se risulta molto legnosa nei movimenti ed è doppiata in italiano come se avesse una scopa nel culo.

In ultimo gli effetti speciali… ogni tanto sono anche godibili eh, ma diciamo che per la gran parte del film c’avrete una vocina nel cervello che vi dirà “vi prego fateli smettere”, poi inizierete a piangere ripensando agli errori della vostra vita. Ed è comunque tempo speso meglio rispetto che continuare a vedere il film.

Mantenendo la tradizione degli ultimi anni, guardando il trailer è come vedere tutto il film, ma si risparmia tempo, quindi ve lo lascio qui.

Tutto il resto: spin-off a profusione

Spremere i fan è la parola d’ordine per ogni franchise di successo e i Cavalieri dello Zodiaco non fanno distinzione. Ad aggiungersi alla serie originale e a quella cagata di Omega, troviamo una quintalata di spin-off non solo anime, ma anche manga, libri e serie Netflix. Visto che non leggo manga e che ancora non ho trovato i libri, per ora mi limiterò a parlarvi delle varie serie spin-off che ho visto.

Lost Canvas è una piccola perla in un mare di ripetizioni. Anche qui c’è la scalata alle dodici case ed è sostanzialmente l’ennesima guerra sacra ambientata però nel diciottesimo secolo (che per chi non sa contare va dal 1700 al 1800). Ci sono nuovi cavalieri che si scontrano con gli specter che già abbiamo visto durante la saga di Ade e… a dire il vero inizialmente poteva anche essere canonica. Infatti nelle idee iniziali, questa serie doveva svolgersi in parallelo con Next Dimension, andando a raccontare come si sarebbe svolta la guerra sacra contro Ade del diciottesimo secolo, senza l’intervento di Atena e dei cavalieri del ventesimo. La cosa più divertente è che tra i personaggi c’è AlbaFICA dei pesci… non l’avremmo mai detto che uno che porta nel nome la parola “fica” sia curiosamente collegato al pesce. Solo io ci vedo della malizia? Ovviamente scherzo, i giapponesi non sanno cosa sia la fica e si riproducono per partenogenesi come i puffi, lo sanno tutti.

Souls of Gold invece devo ammettere che è stata una piccola genialata della Toei. In piena astinenza da cavalieri d’oro, ecco che viene pubblicata una serie spin-off di tipo tredici puntate che ne segue le vicende… dopo la loro morte. La serie infatti si svolge subito dopo il sacrificio di tutti e dodici i cavalieri d’oro originali al Muro del Pianto durante la saga di Ade, in modo tale che vengano spediti con pratico pacco Amazon ad Asgard, dove devono affrontare il successore di Hilda di Polaris. La trama non è che si distacchi molto dallo stilema classico (cose da recuperare e cose da distruggere per arrivare al cattivo finale), ma è bello vederli tutti e dodici riuniti, almeno una volta. Ecchecazz.

Parliamo ora di Sainthia Sho, miniserie di dieci episodi così deludente che sto pensando di riguardarmi il finale di GoT. Ok, forse non così deludente. Praticamente è la fusione tra i Cavalieri dello Zodiaco e Sailor Moon, con delle cavaliere che stranamente non indossano la maschera come consuetudine vuole. Questa pratica è stata abbandonata già da un pezzo nel franchise, ma ricordiamo che Kurumada le cavaliere le voleva tutte mascherate. Tutta la serie è ambientata in parallelo alla serie originale con protagonista Shoko di Equuleus, che è una squallida copia femminile di Seiya. Equuleus, per chi non conosce il latino, è il cavallino. Si, questa c’ha anche la costellazione che è una copia slavata e depotenziata del protagonista originale.

Knights of the Zodiac, serie in 3D realizzata prima da Netflix e poi acquistata da Crunchiroll, è invece un remake di ultima generazione di tutta la serie originale. I personaggi sembrano plasticosi, ma gli effetti grafici almeno sono carini. La serie ha diverse variazioni da quella originale, ma in molte parti è identica, tanto da farmi chiedere: perché un remake? Per cercare di arrivare a un nuovo pubblico? Forse si. Non è il prodotto più riuscito di sempre, ma si lascia guardare… non come Omega. Piccola nota: come nel film remake in 3D, anche qui Andromeda è femmina… che stronzata.

Conclusione

Anche se per me i Cavalieri dello Zodiaco rappresentano un pezzo d’infanzia (come immagino sia per tutti i trentenni che stanno leggendo queste parole), sono un’opera eccezionale, un vero e proprio capolavoro dell’animazione e manga degli anni ’80. Come non c’è bambino che abbia provato a fare un’onda energetica, ognuno di noi, almeno una volta, ha immaginato di indossare l’armatura d’oro del proprio segno zodiacale e andare a salvare il mondo. Da cosa? Forse neanche noi lo sapevamo, ma in fondo non ci interessava!

Fonti

Per approfondire: Wiki inglese