• Articolo pubblicato:16 Aprile 2024
  • Categoria dell'articolo:Mitologia orcade / Villaggio
  • Ultima modifica dell'articolo:16 Aprile 2024

Se vi chiedessi dove sono le Isole Orcadi, mi sapreste rispondere? Dai, siamo seri: solo chi ci ha fatto un giro sa effettivamente dove si trovano, tutti gli altri o sono costretti ad andare a controllare su Wikipedia, oppure sono molto (ma molto) appassionati di geografia. Ma la stragrande maggioranza di voi, probabilmente, avrà risposto “no” e non si sarà posto alcun problema. Ecco, avete fatto bene. Anche perché quando i vostri vicini di casa, vostra madre o il vostro panettiere, credono all’esistenza del Nuckelavee, probabilmente neanche voi avreste tutta questa voglia di vivere (o sapere dove siano) le isole Orcadi. Questo è quantomeno quello che devono aver pensato molti abitanti di questi sassi galleggianti nel lontano medioevo.

Per come è arrivato ai giorni nostri, il Nuckelavee viene descritto come una sorta di centauro marino demoniaco con problemi di epidermide e, devo essere sincero, anche se su questo sito ci stanno bestie mitologiche che sembrano puzzle malfatti di altri animali, il Nuckelavee comunque non sfigura. Viene descritto come un essere dal busto umano, ma dalla vita in giù fuso con il dorso di un cavallo marino, grande dieci volte un uomo e incazzato come uno stagista sottopagato quando sente da Briatore che “gli stipendi da 400€ al mese non esistono”. Non ha pelle ed è possibile vedere tutta la muscolatura del suo corpo (nella parte umana) e l’intero sistema vascolare, composto da vene gialle nel quale scorre un sangue di colore nero. Nuckelavee, bello di mamma, vai a farti fare un controllino che secondo me c’hai qualche problema.

Questa meravigliosa descrizione pare essere stata fornita da un isolano medievale che diceva di averci avuto a che fare, ma sappiamo tutti che nel medioevo la possibilità di avere un trip assurdo poteva essere data da un sacco di cose diverse: funghi, acidi, funghi acidi, botte in testa, malattie o semplicemente la pazzia. Perché comunque bisogna essere pazzi per andare in giro urlando di aver visto sta roba, ma bisogna essere ancora più folli per crederci. E comunque non sono riuscito a trovare informazioni sull’isolano in questione. Tuttavia è l’unica descrizione del Nuckelavee che abbiamo, quindi me la faccio andare bene.

Va bene, va bene, non è vero che il tizio pazzo è l’unica fonte del Nuckelavee, anche perché se ogni singolo pazzo avesse il potere di creare un mito, io ora avrei generato intere mitologie derivanti dalle mie follie. Il tizio in questione sembra che si chiamasse Tammas (Tammie per gli amici) e racconta di aver incontrato da vicino questo bell’ometto a cavallo, cagandosi addosso e scappando come un politico quando incontra un magistrato onesto. Pare che si sia salvato dalla creatura spruzzandogli addosso dell’acqua di lago, così da distrarlo per poter raggiungere un ruscello e saltare sull’altra sponda. La sua testimonianza è stata raccolta da Walter Traill Dennison, un contadino orcade del 1800 con la passione per il folklore.

Una delle prime fonti scritte che citano il Nuckelavee è il Descriptions of Orkney, un manoscritto del 1500, che raccoglie una cronistoria dei miti e delle tradizioni delle isole Orcadi, scritto da un tipo che porta il nome di Jo Ben (che poi letto cognome-nome sarebbe BenJo, come lo strumento musicale… lol). Ora, visto che il nome è un po’ troppo semplice per essere il sedicesimo secolo, lo Scran (una sorta di banca dati online scozzese, usata dalla pubblica amministrazione anche per redigere testi scolastici e altra roba noiosa), ipotizza che in realtà Jo Ben sia l’acronimo di John Bellenden, scrittore scozzese del 1500, mandato sulle isole Orcadi a documentarne gli usi e costumi. A supportare questa ipotesi è anche lo storico orcade Sigurd Towrie, autore di The Heritage of the Orkney Islands (beccatevi sto link a google books).

Inquadrare la figura di Jo Ben è importante per capire se quello che scrive è attendibile oppure no. Ovviamente, se ne sto parlando, è perché alla fine si è deciso che fosse attendibile. Altre ipotesi sulla sua identità arrivano dallo studioso Charles Withers, un geografo storico che ipotizza si trattasse di John Benston, il vescovo delle isole.

A prescindere da chi fosse, il manoscritto è attualmente riconosciuto come la raccolta di miti e tradizioni orcadi più antica a disposizione.

Nuckelavee horror escape
Oh no, si è depresso... lui voleva soltanto qualcuno con cui giocare

Non sembra esattamente un bravo ragazzo

Sono un tipo che divaga e che si perde, quindi datemi un attimo per racimolare le info strette strette che ho dato fino ad ora sul mito. Dunque: l’aspetto fisico del Nuckelavee è quello di un cavallo, dal cui dorso parte il busto completo di un essere umano, privo di pelle, con il sistema vascolare e muscolare in vista, con le vene gialle e sangue nero. E questa comunque è la forma che assume quando approda sulla terraferma. Non si hanno notizie in merito a fonti che lo descrivano nella sua forma originale quando è in acqua. A questa bellissima scena ho da aggiungere un altro paio di cosette. Le braccia del busto vengono descritte come forti e robuste, abbastanza lunghe da raggiungere il suolo e le zampe della parte equina del mostro non hanno zoccoli, ma una forma che ricorda quella di pinne, ma un po’ più corte. La testa in cima al busto è molto più grande del normale, con un diametro di circa 90 centimetri (più grosso di un pallone da basket molto grosso) e ondeggia avanti e indietro, quasi fosse a peso morto, quando il Nuckelavee si muove. In ultimo presenta, all’altezza della bocca, un muso simile a quello di un maiale (secondo la descrizione di Traill Dennison… secondo quella di Ernest Marwick, somiglia a quella di una balena). La testa della parte equina è descritta con un grosso occhio infuocato al centro e con un’enorme bocca perennemente spalancata dal quale fuoriesce un vapore tossico e pungente. La fiatella che emetteva doveva essere da competizione, in quanto si raccontava che il suo respiro poteva far appassire i raccolti, ammalare il bestiame, spargere epidemie e provocare la siccità.

Ho come l’impressione che gli orcadesi (orcadiani? orcadensi?) gli dessero un po’ la colpa di tutto. Vi muore un figlio? È stato il Nuckelavee. Vi menano per strada? Il Nuckelavee. Vostra moglie vi tradisce? È sempre palesemente colpa del Nuckelavee. Insomma, per gli orcadini il Nuckelavee era la causa di ogni male, più o meno come gli immigrati per Salvini.

Pare poi che il Nuckelavee fosse parecchio suscettibile agli odori forti. Il fumo prodotto dalla combustione delle alghe per ottenere il carbonato di sodio con cui trattare il terreno acido delle Orcadi e poterci coltivare sopra, faceva incazzare malamente il Nuckelavee, che per tutta risposta provocava la distruzione dei raccolti, la morte del bestiame e pure qualche piaga. Pacchetto completo. Ora, dalle traduzioni che ho a disposizione, a provocarne l’ira era il fumo della combustione delle alghe, ma è possibile che la causa fosse anche il vapore emesso dal terreno trattato con il carbonato di sodio o quello emesso con la produzione di vetro. Tra le piaghe accreditate al Nuckelavee c’è la malattia dei cavalli nota come Morva, che partì dagli equini di Stronsay per poi propagarsi a tutte le isole. Si, l’isola si chiama Stronsay. Eddai su, non pensate sempre male. Potremmo stare qui ore a dibattere del nome da dare ai suoi isolani: sono gli stronsini o gli stronsoni? Boh.

Come già detto è un demone del mare, che abita l’oceano intorno alle isole Orcadi, ma quello che ancora non ho detto, è che è fottutamente spaventato dall’acqua dolce. Se il Nuckelavee vi ha puntato e ha deciso di uccidervi male, vi basterà scappare fino ad attraversare un corso d’acqua dolce e… puff, sarete in salvo. Non serve per forza un fiume eh, basta pure un ruscelletto, un rivolo, un fiumiciattolo… insomma, un corso d’acqua dolce qualsiasi che faccia da ipotetica barriera tra voi e lui. Ovviamente, visto che è intollerante all’acqua dolce peggio di un celiaco in pizzeria, se siete sotto la pioggia sarete in automatico al sicuro. Lui odia la pioggia e non emerge neanche dall’oceano se piove.

Era facile beccarlo su una spiaggia, ma gli isolani ne avevano così tanta paura che scappavano immediatamente alla sua vista, pregando subito il loro dio affinché gli salvasse. Come fosse un antenato di Voldemort, il suo nome non poteva essere pronunciato e la sua indole malvagia era così forte da avvolgere con la sua influenza tutte le isole.

Tutta sta cattiveria pare però che fosse tenuta a bada da un’altra figura mitologica delle Orcadi: Sea Mither (Mitra di Mare) che no, non è un mitra leggendario che spara getti d’acqua al pari del superliquidator o di Squirtle, ma di uno spirito del mare che mantiene buono il Nuckelavee durante tutto il periodo estivo, probabilmente all’urlo di “Stai bono” e sfruttando vecchie registrazioni del Maurizio Costanzo Show.

Più nomi per bestemmiarlo meglio

Come ogni mito che si rispetti, anche il nuckelavee c’ha quei tre/quattro nomi aggiuntivi, anche perché le isole Orcadi sono vicinissime all’inglesia, quindi molti termini sono stati inglesizzati, tra cui il termine orcade (o orcado… o ‘orcodio) knoggelvi, che secondo Dennison, folklorista e studioso dei miti orcadi, originario delle orcadi, starebbe a significare “diavolo del mare” o “diavolo marino”. Tra le varianti contiamo anche Nuckalavee e Nuchlavis. Nelle isole Shetland, che stanno poco più avanti rispetto alle Orcadi, il Nuckelavee era conosciuto come Mukkelevi, che significa la stessa cosa, ma che suona decisamente più comico. Anche perché io nel pronunciarlo mi immagino una versione mucca di questo mostro e, più che paura, mi fa un sacco ridere. Potrebbe anche essere il nome brutto di un Pokemon, se ci fate caso… tipo una variante regionale di Miltank.

Gli studi su questo mito e sul suo nome si sono svolti principalmente nel diciannovesimo secolo (il 1800 per gli ignoranti) e sia Dennison che l’antiquario Samuel Hibbert, sono di questo periodo. Quest’ultimo, nel libro A Description of the Shetland Island, ipotizza che il nome nuckelavee possa essere una parola composta da un riferimento a Old Nick (il diavolo) misto al verbo latino “necare”, ovvero uccidere, e quindi significherebbe “il diavolo che uccide“.

Nuckelavee Magic the Gathering
Questa è la reinterpretazione del Nuckelavee per quelli di Magic the Gathering... non credo lo abbiano proprio studiato bene...

Il perché del Nuckelavee

L’esistenza del Nuckelavee viene probabilmente da un brutto miscuglio di credenze che prendono a piene mani dalla mitologia scandinava, da quella norvegese e da quella celtica, facendo un mix paradossale che potesse andare a spiegare i vari avvenimenti nefasti che affliggevano l’arcipelago delle Orcadi, tra cui le mareggiate e le avverse condizioni meteo. Lo scrittore e folklorista Ernest Marwick paragonò il suo mito a quello dei Nixie germanici, misto ai Kelpie scozzesi e ai Nuggle delle Shetland… insomma, una sorta di minestrone di mitologia che desse una forma a tutte le sfighe che gli orcadilli dovevano affrontare nella loro tristissima vita su questi scogli erbosi in mezzo al nulla.

Scehda riassuntiva (seria)

Regione: Isole Orcadi
Mitologia: Orcade
Descrizione fisica:

  • Mostro di forma equina, con un solo occhio infuocato e bocca spalancata;
  • Grande dieci volte un uomo;
  • Busto e testa umana fuso sul dorso del cavallo, con testa grande con 90cm di diametro;
  • Le braccia del busto sono robuste e lunghe abbastanza da arrivare a terra;
  • Non ha pelle e la sua muscolatura è ben visibile, così come il sistema vascolare, con vene giallastre e sangue nero;
  • La testa umana ha il muso di maiale;
    • Variante: la testa umana ha il muso di balena.
  • Le quattro zampe non hanno zoccoli, ma una sorta di piccole pinne;
  • Non si conosce la sua forma in mare;

Caratteristiche:

  • Ondeggia la testa a peso morto quando cammina;
  • Dalla bocca equina viene emesso un gas mefitico capace di far appassire i raccolti, ammalare il bestiame, causare siccità ed epidemie;
  • Si infuria se sente l’odore delle alghe bruciate o un odore simile prodotto dal trattamento per le coltivazioni o la produzione del vetro;
  • La sua ira provoca la morte del bestiame tramite piaghe come la “Morva”;
  • Non supera mai un canale di acqua dolce e non si manifesta mai con la pioggia, come se ne avesse paura;
  • Gli abitanti avevano paura a pronunciarne il nome;
  • È contrapposto a Sea Mither;
  • Non si manifesta mai d’estate;

Varianti etimologiche:

  • Knoggelvi;
  • Nuckalavee;
  • Nuchlavis;
  • Mukkelevi;
Nuckelavee torrance
Ill. Torrance. Fonte: Wikipedia

Fonti:

  • A Description of the Shetland Island, Samuel Hibbert, 1822;
  • Descriptions of Orkney – Jo Ben, 1500 ca.
  • A Field Guide to Demons, Vampires, Fallen Angels and Other Subversive Spirits – Carol K. Mack, Dinah Mack, 2010
  • Encyclopedia of Fairies in World Folklore and Mythology, Theresa Bane, 2013
  • Orkney Folklore, Sea Myths – Walter Traill Dannison, 1891;
  • Scottish Fairy and Folk Tales – Douglas, George, 1901
  • The Encyclopedia of Celtic Mythology and Folklore – Patricia Monaghan, 2009
  • The Fairies in Tradition and Literature – Katharine Mary Briggs, 1967
  • The Folklore of Orkney and Shetland – Ernest W. Marwick, 1975
  • The Heritage of the Orkney Islands – Sigurd Towrie, 2004
  • The Lore of Scotland: A guide to Scottish legends – Westwood & Kingshill, 2011
  • The Northern Isles: Orkney and Shetland – Alexander Fenton, 1997