Tutto nacque da un meme creato da Barney Stinson, uno dei personaggi migliori di How a Met Your Mother. Barney era un amante del Cobra Kai e durante la sfida finale del primo Karate Kid, tifava per Jhonny Lawrence. Povero piccolo Barney, per sempre deluso dal finale che non avrebbe voluto.
Nella serie di How a Met Your Mother questa caratteristica di Barney era così curiosa e strana che quelli di Netflix hanno colto la palla al balzo e hanno creato la serie del Cobra Kai. Le premesse alla fine c’erano tutte, serviva solo una buona sceneggiatura… e per fortuna hanno fatto centro!
Per Cobra Kai ho scelto un caffè ristretto, miscela robusta, amaro e servito in una tazzina a forma di… cobra! Tranquilli, è fatta di ceramica, non mi morderà… almeno spero.
Sommario
Un bullo da competizione
Bevo il primo sorso. La tazzina a forma di cobra non è poi male, sembra figa, ma il caffè all’interno è molto, molto amaro. Alla fine l’ho scelto per quello, perché qui si parla di cattivi, ma buoni. Mi sembrava azzeccato.
Il protagonista di tutto è Jhonny Lawrence, il biondino bullo del primo Karate Kid, che ora è un adulto fallito, con problemi di alcolismo, divorziato e con un figlio del quale non si preoccupa mai. Insomma, il maschio povero medio americano. La sconfitta subita al torneo di All Valley gli brucia ancora, anche se sono passati trent’anni (mi dicono che potrebbe essere un attimo rancoroso) e ovviamente finirà col doversi confrontare con Daniel LaRusso, che invece è un uomo di successo, con la famiglia perfetta e titolare di una concessionaria di auto.
Per rimettere insieme la sua vita, Jhonny decide di riaprire il Cobra Kai e da quel momento in poi sarà tutto un misto tra ricordi, scene e allusioni ai film di Karate Kid. Tutto molto bello per i nostalgici come me, a cui piace rivedere i personaggi di un tempo. E, salvo Miyagi, che purtroppo è morto prima dell’inizio delle riprese, tornano più o meno tutti.
Una sfilza di adolescenti disagiati
Bevo un altro sorso. Il caffè è sia forte che amaro, un mix che lo farebbe risultare disgustoso per ogni palato delicato. Ma io sono un vero uomo e ho il palato delicato. Madò che schifo. Certo, non saremo mai al livello del caffè americano, ma la mia lingua proprio non lo accetta. Tuttavia è caffè e non si spreca.
Come ho già detto, Jhonny rappresenta lo stereotipo dell’adulto fallito. Oltre che essere single, povero e alcolizzato, è anche un boomer di prima categoria, incapace di usare sia smartphone che computer. Che poi uno ci si chiede come abbia fatto a vivere negli ultimi decenni. Mi sa che lo avevano chiuso in un armadio alla fine del primo Karate Kid, per tirarlo fuori all’inizio di Cobra Kai. Per i saputelli e puntigliosi: l’ultima battuta è riferita al personaggio, non all’attore.
Crede nei complotti, si lamenta del governo e approccia le ragazze in chat con “ehi”. Si, abbiamo capito che Jhonny Lawrence è un boomer fallito, ma sceneggiatori, ora basta infierire su di lui. Ha il difetto di vivere nel passato e questo sta distruggendo il suo futuro (ehi, questa si che è una perla di saggezza. Quasi quasi me la segno, mi sa che me la devo ricordare).
Daniel LaRusso invece diventa in brevissimo un coprotagonista della serie, in quanto ex rivale di Jhonny è fortemente convinto a non volere che il Cobra Kai riapra i battenti. E visto che fa parte del comitato di All Valley per il Karate, spinge tutti quanti a boicottare il nuovo-vecchio dojo di Jhonny. Piccolo, povero Jhonny, bullizzato da tutti: da suo figlio, dal suo rivale, dal suo allievo e dal cellulare.
Parte importante del cast sono anche Miguel, l’ispanico povero, allievo di Jhonny e Robby, suo figlio legittimo, che lo odia perché non è stato un buon padre. Anzi, non è stato proprio un padre. Tra piagnistei di varia natura e machismo tossico, la rivalità tra Jhonny e Daniel si propaga ai rispettivi allievi: Miguel e Robby. Perché si, per contrastare la riapertura del Cobra Kai, Daniel riapre il Miyagi Do, il dojo del maestro Miyagi, e ne diventa il sensei, prendendo come allievo proprio Robby.
Da parte loro i protagonisti delle nuove generazioni sono due stereotipi abbastanza simili. Miguel Diaz è un ispanico povero, senza padre, che viene bullizzato a scuola e mai cagato neanche lontanamente dalle ragazze. Ovviamente basterà imparare un po’ di Karate ed ecco che in pochi istanti: donne, soldi e successo. No, non è vero. Impara il Karate e almeno non viene più bullizzato e si, trova anche la ragazza… col tempo.
Robby Keene invece, figlio di Jhonny, è un bianco povero del ghetto, con un padre assente e tipico stereotipo del bad boy. Finito in riformatorio, vede il padre con lo stesso amore con cui io guardo l’ananas sulla pizza: disgusto, schifo e cattiveria. E non mi venite a dire che non l’ho mai provata perché si, l’ho provata. E faceva schifo. Robby cerca di riscattarsi nella vita e, nel tentativo di andare contro il padre (che sta cercando di recuperare i rapporti con lui), diventa allievo di Daniel al solo scopo di fargli rodere il culo. E ci riesce. Essendo bello, figo e fotomodello con l’aura tenebrosa dell’eroe tormentato, ci mette tre secondi contati a far bagnare la figlia di Daniel, sua coetanea. E indovinate un po’? Si, avranno una relazione. Ma di questo ne parlerò nel paragrafo spoiler.
Nel corso della serie facciamo la conoscenza di altri personaggi stereotipo molto interessanti. Primi fra tutti Falco e Demetri, un duo di sfigati amici di Miguel. L’evoluzione di questi due personaggi nel corso delle stagioni è qualcosa di meraviglioso, in particolare quella di Falco, che ottiene una gran bella menzione d’onore come personaggio interessante della serie. Visto che avevo detto che sarebbero tornati più o meno tutti, non posso non citare John Kreese, l’ex sensei di Jhonny e villain a dir poco spettacolare, la cui luce splende ancora di più quando lo vediamo affiancato e surclassato da Terry Silver, che appare in Karate Kid III come sensei del Cobra Kai proprio di Daniel LaRusso.
In ultimo non dimentichiamo la sfera femminile: dalla parte del Miyagi Do troviamo Samantha LaRusso, figlia di Daniel e reginetta della serie. Un personaggio che rimane relativamente piatto per le prime due stagioni, diventando veramente interessante solo dalla terza in poi. Dalla parte del Cobra Kai c’è invece Tory Nicholas, anche lei una ragazza povera, con una famiglia disastrata (è il mood degli adolescenti di questa serie: tutti poveri e disagiati) che nella vita ha sempre dovuto combattere per avere tutto e non si fa problemi a combattere anche per avere il ragazzo. Anche se è comunque molto carina e non vedo perché fare tutto sto sforzo. Il suo personaggio dovrebbe essere l’antagonista femminile di Samantha, ma alle volte è Samantha che sembra l’antagonista e questo fa risultare le dinamiche tra loro molto più umane. Sono tutti grigi e non ci sono personaggi buoni o cattivi.
Una sfilza di adolescenti disagiati
Bevo l’ultimo sorso. Essendo ristretto, ci ho messo poco a finirlo. Il sapore forte di questo caffè mi rimarrà in bocca per almeno una buona mezz’ora, ma sono soddisfatto. Ho bevuto per primo, senza pietà. La mia tazzina a forma di cobra sarà fiera di me.
Al momento in cui scrivo le stagioni di questa serie TV sono 5. Sto per fare spoiler pesanti sulla serie, quindi se non avete vista, non proseguite. Si parte tra 3… 2… 1… via!
La prima stagione praticamente ripercorre il primo film, con tanto di spezzoni presi dalla pellicola e mi ha divertito un casino la scena sulla finale del torneo, in cui Robby si fa male e Daniel, che sembra prepararsi a fargli lo stesso massaggio shatsu che gli aveva fatto Miyagi nel film, poi si interrompe e chiama un medico. Ma ancor di più sono rimasto sorpreso dall’arrivo di Kreese alla fine della prima stagione, anche se la seconda perde un po’ di mordente.
Ma riprende subito tutto il suo carisma con una seconda parte da spettacolo e una rissa finale in cui Miguel si spezza la schiena. Essendo lui un coprotagonista, ovviamente torna tutto normale nel giro di qualche puntata, pronto per affrontare il finale della terza stagione con un’altra rissa fantastica e una redenzione di Falco tanto bella, quanto telefonata.
La quarta stagione inizialmente scende un po’, riproponendo un po’ di cose già viste, ma a parti invertite. Samantha, che è stata con Robby, adesso sta con Miguel, che stava con Tory e che adesso sta con Robby. Inoltre tutto il loro mondo ruota intorno al karate, anche perché lì nella Valley non si parla di altro. Ci sono solo due dojo, peraltro nati da poco, eppure tutti si preoccupano solo del karate. Si, in teoria ci sarebbero altri dojo, ma la serie se ne fotte così poco che non si spreca neanche a dargli un nome e i loro allievi appaiono solo come carne da macello per i protagonisti durante i vari tornei che si susseguono nelle stagioni.
La quinta stagione vede tutti alleati contro il Cobra Kai di Terry Silver, con le solite beghe adolescenziali che ormai risultano alquanto ripetitive. C’è qualche cambio di casacca da parte dei personaggi secondari, ma almeno non come nelle stagioni precedenti, dove gli studenti del Miyaghi Do e del Cobra Kai cambiavano fazione con la stessa facilità con la quale lo fanno i politici tra i partiti. Visto che questa stagione ripesca i personaggi di Karate Kid III, ammetto di essermi trovato nella situazione in cui non mi ricordavo assolutamente chi fossero. Se il primo Karate Kid era iconico e il secondo comunque è stato interessante, il terzo è svanito dai meandri della mia memoria. Mi aspetto a questo punto di rivedere personaggi dal Karate Kid IV in futuro e mi chiedo se pescheranno qualcosa anche dal remake con il Jaden Smith.
Vorrei poi fare un piccolo appunto sull’età degli attori. Come di consueto nelle serie americane, questi sono adolescenti più o meno come lo sono io. E io ho passato i trenta. Sia chiaro, sono comunque tutti attori che si aggirano intorno alla ventina e qualcosa (la più vecchia del cast “adolescenziale” è Mary Mouser, aka Samantha, che è giusto giusto del 1996).
Devo ammettere che poche serie sono riuscite a chiudere le diverse stagioni lasciandomi lì ad aspettare con ansia la prossima e Cobra Kai è una di queste… al momento! Speriamo che non la tirino per le lunghe più del dovuto, finendo per rovinarla.
Ora scusatemi, ma vado a lavare la tazzina prima che il cobra mi morda. Certo, si, è una tazzina, ma mi fissa. Sono pazzo? Probabile, ma la poggerò sulla mensola dei caffè per non toccarla mai più.