• Articolo pubblicato:29 Novembre 2022
  • Categoria dell'articolo:Universi
  • Ultima modifica dell'articolo:29 Novembre 2022

The Walking Dead, la serie zombiefriend più famosa degli ultimi tempi ha dato origine a un vero e proprio universo che ha tenuto incollati davanti al… pc? Tv? milioni di telespettatori. Un fenomeno mediatico che ha avuto origine da un fumetto che inizialmente non conosceva nessuno, almeno in Italia, e che ha fatto il boom di vendite (ma neanche tanto) dopo il successo della serie televisiva. Si, in questo articolo parliamo anche degli spin-off, ma solo dopo che li avrò visti, quindi tornate di tanto in tanto a vedere se ci sono aggiornamenti, facendo finta che vi freghi qualcosa degli sproloqui di un povero pazzo a spasso per l’internet.

Quella raccontata è la classica apocalisse zombie che già abbiamo visto decine di volte in altri film, serie, libri, videogame, tostapane, etc…, né più né meno. Eppure tutto questo successo da dove è arrivato? Beh dall’approccio crudo e realistico, quasi spietato, che la serie ha verso i suoi personaggi. Non vi affezionate troppo, che sicuramente quel personaggio muore. Si vede distintamente l’impronta lasciata in questo senso da Game of Thrones, che ci battezza a questa crudeltà fin dalla prima stagione.

Tutto ha inizio con Rick Grimes, uno sceriffo che, con una volante in mezzo a un campo di grano, viene aggredito da quello che noi sappiamo essere uno zombie, ma che a loro sembra un normalissimo tossico di quartiere. Si esprime a mugugni, ha un’andatura lenta e barcollante e se gli spari non se ne accorge; Un tossico in pieno trip, per l’appunto.

Svenuto durante l’aggressione, Rick si risveglia in ospedale. Ancora con il camice indosso e col culo di fuori, il nostro protagonista si avventura per una struttura deserta che sembra essere stata appena attaccata da una banda di jihadisti sotto steroidi. Uscendo dall’edificio si rende conto che il mondo ormai è in declino, che tutto intorno è pieno di morti che camminano e che nessuno fa più la guardia all’armeria. E se sei in Ammmmerrrica e nessuno si preoccupa dell’armeria vuol dire solo una cosa: il mondo è a puttane… tutti sperano tornerà felice, ma invece no, tornerà depresso e con svariati soldi in meno.

Dopo aver recuperato tutto il necessario senza pagare un dollaro, Rick frega una bicicletta a una povera zombie nelle vicinanze e, mentre schiva i “kitammuort” della defunta proprietaria, scappa verso nuovi orizzonti. Finisce così ad Atalanta, dove incontra un gruppo di sopravvissuti che ben presto non saranno più sopravvissuti. Tutta colpa di Glenn, il cinese che ha incontrato mentre scappava dagli zombie nascondendosi sotto un carro armato abbandonato. In questo gruppo non solo ritrova la moglie e il figlio, ma anche il migliore amico Shane, che in sua assenza aveva ben pensato di bombarsi la moglie e che la stessa definiva “l’amico di cui non doveva preoccuparsi.

Vabbé, non sto qui a raccontarvi tutta la storia, anche perché questo era solo un accenno della prima puntata. Sappiate comunque che la struttura delle varie stagioni è più o meno sempre la stessa: il gruppo trova un posto dove stare; arriva un altro gruppo che vuole quel posto o le loro cose; combattono; il gruppo vince, ma con perdite ingenti tra i vari membri. A fare eccezione è solo la prima stagione, che vede il gruppo in viaggio in cerca di una cura. Non vi dico se la trovano o no, ma ci sono dieci stagioni dopo la prima, tutte piene di cadaveri ambulanti. Traete le vostre conclusioni e non venite a rompere perché ho fatto spoiler.

The Walking Dead Governatore
Ammmmmerrricaaaaaa!!!!

Quelli che forse sopravvivono

Stare a ricordarsi tutti i personaggi che si sono susseguiti nelle varie stagioni è qualcosa di veramente lungo e difficile. Sono troppi e sono più o meno tutti morti. Ma cerchiamo di fare focus su quelli più importanti.

Rick, Lori e Carl Grimes sono la famigliola principale. Lui è uno sceriffo, quindi è abituato a risolvere ogni problema con le pistole come nel vecchio west, mentre lei è una succube lamentosa che crea solo problemi. Il piccolo Carl è il più cazzuto dei tre, sia da bambino che come adolescente. Come ogni famiglia americana che si rispetti c’è almeno un amante, che in questo caso è Shane Walsh, l’amico di cui dicevamo prima, nonché collega di Rick. “Stavo solo cercando di consolarla” pare abbia esclamato Shane. La combriccola famigliare si chiude con Judith, la piccola nata durante l’apocalisse, che servirà solamente ad aggiungere momenti emotional filler per distrarre da alcuni buchi di sceneggiatura abbastanza evidenti.

Carol Peletier è una donna inizialmente schiava del marito, la classica mamma pancina casalinga che conosce il mondo più o meno come io conosco la fisica quantistica. E io forse so contare. Il personaggio si evolverà fino a diventare una vera e propria macchina da guerra, così cazzuta che Rambo spostati, c’è lei che ammazza tutti. Uno dei personaggi migliori della serie.

Daryl Dixon è il classico bifolco motociclista che nei film americani siamo abituati a vedere nelle bettole sull’autostrada. Sogno erotico di praticamente tutto il pubblico femminile della serie (maggiorenne e non), ha un fetish per moto e balestre. Inizialmente lo vedremo silenzioso e distante, ma durante l’evolversi delle stagioni diventerà anche lui uno dei migliori personaggi sullo schermo. Rimanendo comunque silenzioso e distante. E pensare che nel fumetto non esiste. Ha un fratello di nome Merle, che vorrete veder morire già prima che apra la bocca.

Glenn Rhee è invece il classico pizzaboy. Visto che non conosce il porno italiano, non suona mai due volte, quindi avrebbe il potenziale per fare un sacco di sesso, ma niente. Di origini orientali, ci si affeziona subito a lui anche perché, per quanto scapestrato, è tra i più attivi del gruppo e anche tra i più buoni. E in questa serie i buoni muoiono (ma lui no…. O forse si?).

Hershel, Beth e Maggie Greene sono una tenera famigliola che vive fuori dal mondo in una fattoria che incontreremo nella seconda stagione. Maggie in particolare è il personaggio che si evolverà meglio, passando da tenera ragazza di fattoria silenziosa e diffidente (nonché vergine) a leader cazzuta e un po’ crudele.

Michionne è la versione nera di Gaemon di Lupin III o di Zoro di One Piece. Spadaccina improvvisata, diventa la più esperta in armi bianche del gruppo, raggiungendo in attaccamento alla sua spada, lo stesso che Daryl ha per la sua balestra. Dal passato tormentato, sembra armata di un miracle blade così affilato da tagliare anche con lo spostamento d’aria.

Eugene Porter è invece il secchione nerd della classe. Introverso, codardo e ciccione, si esprime sciolinando termini forbiti sperando di risultare più intelligente di quanto non sia in realtà. Lui era l’unica speranza per l’umanità di trovare una cura, per questo si faceva accompagnare da un soldato fallito, Abram, che dopo aver rischiato più volte la vita per lui, giustamente lo mena quando scopre che è un gran cazzaro.

Il Governatore sarà uno dei primi veri villain della serie, un politicante astuto che sa irretire la massa e portarla dalla sua parte. Ha una benda sull’occhio che lo fa somigliare alla sottomarca di Capitan Findus e ci si chiede dove sia il classico pappagallino. Di lui dico solo che ha un cuore di padre un po’ troppo… affezionato. Chi lo conosce sa che intendo.

Negan è forse uno dei villain più cazzuti di tutte le serie TV. Se non è il migliore, sta sicuramente in top, accompagnato da Patriota di The Boys e Geoffry Baratheon del Trono di Spade. Caratterizzato come pochi altri, agisce con un distorto senso di bontà, arrivando a creare una rete di avamposti impressionante. Ovviamente visto che parliamo di un villain non può che essere cattivo e infatti ha atteggiamenti da vero boss malavitoso, richiedendo il pizzo in risorse in cambio di protezione. Purtroppo il successo del personaggio lo porterà a rimanere nella serie più del dovuto, rovinandosi nel corso del tempo. Gran peccato. Scopriamo tuttavia il suo passato e quello della sua mazza, lucille, durante l’ultima puntata della decima stagione. E lì, lo si ama. Ah, comunque per i nerd che sono anche fan di Supernatural, l’attore è lo stesso che interpreta il padre di Sam e Dean… e le due serie ogni tanto ci infilano dentro degli easter egg per citarsi. Anche perché pure l’attrice di Maggie ha fatto parte del cast di Supernatural.

Piccola menzione anche per i Sussurratori, il gruppo nemico della nona e decima stagione. Questi senzatetto fancazzisti hanno fatto un ragionamento contorto che gli ha portati alla classica frase fatta: “se non puoi sconfiggere il tuo nemico, alleati con lui.” Per questo motivo si vestono come zombie, vagano come zombie, puzzano come zombie e non si capisce di cosa si nutrano visto che non sono zombie. Hanno maschere di pelle fatte con facce di zombie scuoiate, molto alla moda in questo universo, roba che potrebbero sfilare barcollando sulle migliori passerelle internazionali.

Diciamo che i principali li abbiamo visti tutti. Nel corso della serie tuttavia ne passano talmente tanti di personaggi, che di molti di questi non ricordo neanche il nome. Insieme a Carl si sussegue un nutrito gruppo di ragazzini, tra cui due sorelle psicopatiche, un bambino troppo attaccato alla mamma, un prete ed Einid, l’amore adolescenziale di Carl. La ricordiamo per l’inutilità e la noia nelle sue battute. Questa è riuscita a essere una emo anche in un mondo post-apocalittico. Grande!

The Walking Dead alcol
Anche gli zombie vogliono un goccino, ma Merle è un vero stronzo.

Tanti posti da invadere

Nel corso delle stagioni i nostri eroi passano per diversi avamposti alla ricerca di una casa sicura. L’indole sedentaria che ci contraddistingue come specie, specialmente ora nel ventunesimo secolo, è potente in loro.

Tra le varie stagioni cercheranno infatti di stabilirsi prima nella fattoria dei Greene, poi nelle rovine di una prigione, fino ad arrivare a una cittadella pseudo fortificata eretta da una ex senatrice degli stati uniti, provvista di tutto. Questo fortilizio, che prenderà il nome di Alexandria, sarà la base del gruppo definitiva… più o meno. Un posto che possono chiamare casa in cui litigare con i vicini e rimanere seduti sulla sedia a dondolo sotto il porticato, accarezzando una doppietta, proprio come gli americani vecchio stile. Tipo gli elettori di Trump.

In tutto questo percorso veniamo a conoscenza di altri insediamenti che saranno nemici-amici del gruppo, tra cui spicca Hilltop, costruito intorno a un dosso e alla casa di uno pseudo proprietario terriero senza palle. Anche Ocean Side merita una piccola menzione, sebbene si tratti di un gruppo di capanne in legno marcio costruite abusivamente sulla spiaggia e abitato solo da donne isteriche e bisbetiche.

E non dimentichiamo il Regno, un avamposto fortificato costruito tutto intorno alla filosofia del “siamo tornati al medioevo” (combattono le pistole e i mitragliatori con mazze di legno e freccette di plastica), con a capo un domatore con tanto di tigre (che spettacolo!) che si è autoproclamato re e cerca di seguire la filosofia dei vassalli, valvassori e valvassini, ma non riuscendoci e finendo per fare da schiavetto a Negan esportando barbabietole da zucchero.

Ovviamente anche i cattivi hanno le loro case. Il Governatore ad esempio vive in un quartierello ordinato chiamato Woodbury, mentre Negan se la spassava in una specie di mega capannone industriale ribattezzato “Il Santuario”.

Fear the Walking Dead: avete paura degli spin-off?

Visto che The Walking Dead stava avendo successo e che i soldi piacciono a tutti, non ci hanno messo molto a tirare su uno spin-off. Tutto ha inizio con una tenera famigliola e seguiamo le loro vicende proprio durante l’inizio dell’apocalisse, quel magico momento che ci eravamo persi con il coma di Rick.

È la classica famiglia cristiana, composta da una madre nevrotica, un padre amorevole, un figlio tossicodipendente e una figlia adolescente con tanta voglia di scopare. Avevano anche un cane, che sarà il primo a morire sotto i morsi di uno zombie, solo per dare alla famiglia il tempo di scappare in auto.

La serie si evolve seguendo lo stesso schema di The Walking Dead, quindi con l’intero gruppo famigliare che trova un posto in cui stare, per poi ritrovarsi a combattere, essere invasi dagli zombie e scappare ancora verso un nuovo posto. Tra i vari luoghi visitati c’è sempre la solita fattoria (che volete farci in America ci sono più fattorie che persone), ma anche una lussuosissima barca e un lussuosissimo albergo. Ovviamente tutta roba che va in malora abbastanza in fretta.

Ho trovato la serie di per sé abbastanza lenta e noiosa, decisamente meno accattivante rispetto alla serie principale, ma comunque un po’ intrigante. Anche perché qui ci finiscono i personaggi che lasciano (ancora in vita) la serie madre. Morgan è il più interessante tra questi, una specie di Ghandi nero che combatte armato solo di un bastone e che crede nella buona volontà delle persone. Ed è solo per espedienti di trama e bontà degli sceneggiatori che è ancora vivo.

The Walking Dead tigre
È tutta CGI, ma la tigre è così carinaaaaa

Lamentele in the end

Prima di lasciar andare la tastiera, permettetemi di maltrattarla ancora un po’ parlando dell’agognata conclusione di questa serie. Intendo la serie madre. Perché lo sappiamo tutti che il franchise continuerà a portare avanti la storia, in un modo o nell’altro, anche considerando il fatto che proprio gli ultimi minuti dell’ultima puntata lasciano un finale più aperto del buco fatto dal gigante colossale al Wall Marya. Preparatevi agli spoiler tra 3… 2… 1… via!

Già l’ottava stagione mi aveva stancato non poco. Avevo visto un inutile prolungarsi di una storia che in realtà era già finita, come fosse accanimento terapeutico nella speranza di riportare in vita una persona ormai deceduta da qualche giorno. Quella che doveva essere la fine di Negan, non è stata la fine e, come Vegeta, anche lui è passato dalla parte dei buoni. Prima contro i sussurratori, poi contro l’avamposto-stato del Commonwealth, riorganizzato proprio come se fosse uno stato americano pre-apocalisse. Diciamo che oramai, arrivati all’undicesima stagione, abbiamo visto avamposti di ogni tipo: prigioni, ospedali, stazioni dei treni, case sperdute in mezzo al nulla e tanta altra roba che ad un certo punto se ne ha fin sopra i capelli. Basta. Ci sono personaggi che hanno cambiato schieramento più volte di un politico italiano in campagna elettorale e i colpi di scena erano diventati del tutto irrilevanti. Uno potrebbe anche arrivare a chiedersi: che ne sarà di quel personaggio? O mio dio, è spacciato! E poi ecco che arriva un deus ex machina del tutto fuori contesto che salva la situazione e manda avanti la trama. I personaggi superstiti più interessanti sono in realtà molto pochi e Judith, l’eredità lasciata dalla famiglia Grimes, viene fatta crescere a fucili e time skip, presentando sulla fine un’adolescente per la quale non si prova più nessuna empatia. Sarò lapidario io con questo giudizio un po’ troppo cinico? Forse. Ma salvo comunque la vera fine, proprio quel momento sul finale del finale dove un po’ tutti si dicono in coro, anche se distanti, “noi siamo quelli che sono sopravvissuti”.

Conclusione

Undici stagioni erano troppo lunghe; si poteva raccontare la stessa storia, asciugandola un po’, in sette stagioni. A parer mio la serie principale doveva terminare proprio con Negan nella settima stagione. Anche Fear the Walking Dead poteva tranquillamente terminare prima, tipo alla seconda stagione, ma si vede che questo universo raccoglie ancora troppi fan per poterlo lasciar andare. Ed infatti ecco cicciare fuori altri spin-off che devo ancora vedere. The Walking Dead World Beyond esiste come Amazon Prime original e, da quel che ho letto, è praticamente un teen drama, ma con gli zombie. Sarà interessante? Boh, l’ho messo in lista e dopo averlo visto tornerò sicuramente qui a modificare questo articolo per dare la mia inutile opinione. Tales of the Walking Dead è invece una serie antologica, fatta di episodi autoconclusivi, focalizzati su personaggi secondari. La si trova su Disney+ e, sinceramente, al momento non ho tutta questa voglia di vederla. Ma ho messo in lista anche quella.

Fonti

Per approfondire: Wiki italianaWiki inglese