• Articolo pubblicato:8 Gennaio 2021
  • Categoria dell'articolo:Bar
  • Ultima modifica dell'articolo:30 Giugno 2024

All’attaccoooooo oh no, mi si è slacciata la scarpa, andate avanti voi, miei barbari, che io poi vi raggiungo. No no, non è una scusa per rimanere indietro ed evitare di morire male attaccando con delle accette e mezzi nudi un plotone di romani armati di scudo e spada. Non potete accusarmi di codardia solo perché adesso mi sto grattando mentre gli altri muoiono, mi rifiuto! Lo sentite? Lo sentite il rumore del caffè? Ecco, non posso combattere vado a togliere la moka dal fuoco prima che si bruci.

Barbarians (o Barbari nella versione italiana) è una serie che fin dal titolo dimostra di non avere troppa fantasia. E infatti è una ricostruzione storica molto più accurata di quel che immaginassi. Per loro ho quindi scelto di fare un caffè espresso, miscela robusta, amaro, in una tazzina di legno con un’accetta come manico. Direi che rispecchia molto bene lo spirito crudo, povero e guerriero dei Barbari.

Bevo il primo sorso, il gusto è forte, pesante, così amaro che un brivido mi percorre la schiena. Il retrogusto legnoso credo sia colpa della tazzina. Qualcosa mi sta sporcando la maglietta, ma son sicuro di non aver fatto cadere neanche una goccia di caffè. Ah, cazzo, mi sono tagliato il pollice. Volevo il manico A FORMA di accetta, non anche tagliente. Vabbé, ormai ci siamo.

La storia di Barbari, è tra le più classiche: un manipolo di popoli germanici che si oppongono all’attacco e alla conquista da parte di Roma. Quanti film, quanti cartoni animati, anime, fumetti, serie TV abbiamo visto con al centro l’impero romano? Tanti, troppi. Anche vedendo dall’altro lato della medaglia, siamo stati schiavi con Spartacus, Galli con Asterix e Obelix e ora siamo Barbari. Si, anche perché i romani non è che potevano perdere tempo a imparare i nomi di tutte le tribù germaniche. Barbari e basta. Generalizzando tutto diventa più facile, anche sterminarli tutti, dimenticandosi che si hanno davanti uomini e donne e bambini, madri, figli, padri. Un po’ come facciamo oggi con gli immigrati. Tutti uguali, giusto?

Ma se per Roma sono tutti un cumulo di selvaggi che osano opporsi all’impero per difendere le loro case di paglia e merda, i “barbari” non la pensano così. Ogni popolo ha un Reik, ovvero un re, e sebbene condividano li stessi dei e miti, sono in forte conflitto tra loro, “come gli inglesi e gli scozzesi, i francesi e gli scozzesi, gli scozzesi e altri scozzesi. Maledetti scozzesi, hanno distrutto la Scozia!” (cit il Giardiniere Willy).

La situazione quindi è propizia per Roma: piuttosto che sterminarli tutti ha deciso di lasciarli vivere in cambio di tributi da pagare ogni mese. Come l’abbonamento a Netflix, ma senza le serie TV… diciamo più tipo il pizzo. Che l’italianità andava esportata anche nell’antichità. Tra questi Barbari, noi seguiamo le vicende di Thusnelda e Folkwin (<-“popolo vincente?”), che si sono un po’ rotti il cazzo di tutte le pretese di Roma e, sapendo di non poter pagare il prossimo tributo, hanno la geniale idea di infiltrarsi nell’accampamento romano e fregarsi l’aquila d’oro che usano come stemma. Ok, con la storia mi fermo qui, ora non è il momento degli spoiler!

Come se fossimo nell'antica Roma

Bevo un altro sorso. Mi sono quasi abituato al gusto maledettamente amaro di questo caffè, ma il retrogusto di legno forse guasta un po’ l’esperienza. Il taglio sul pollice continua a perdere sangue, ma dovrei alzarmi per prendere un cerotto e mi pesa il culo. Tra tutti i film dedicati ai romani e tra le varie guerre che hanno combattuto, questo è sicuramente uno degli adattamenti migliori. Si, alcune vicende differiscono dalle fonti storiche, ma capiamo tutti che romanzare la realtà affinché sia poi anche godibile guardandola, è difficile, soprattutto se si vuole mantenere la fedeltà con un determinato fatto storico.

L’evento storico in questione è La Battaglia di Teutoburgo, che appunto vide i romani affrontare i barbari germanici. La ricostruzione a livello di costumi è impressionante e strizza l’occhio sia alle fonti storiche, sia agli stereotipi da film. Alla fine diciamocelo: non ci sembrerebbero romani senza lo spazzolone rosso sull’elmo e il mantello che svolazza al vento!

Un impero come Roma, per quanto potesse tenere alle uniformi, spesso chiedeva agli arruolati di portarsi dietro l’armamento che avevano e con quello poi combattevano. I mantelli rossi, gli spazzoloni sugli elmi, le corazze super lavorate, erano prestigi di cui godevano ufficiali di alto rango. Gli ultimi stronzi della legione a stenti riuscivano a mangiare tutti i giorni.

Ma cose come le tende, la parlata latina dei romani, i gladi, gli scudi, le formazioni d’attacco e di difesa, sono state rese alla perfezione. Certo, i veri romani sarebbero stati molto più attenti e avrebbero costruito l’accampamento in cima a una collina e non a ridosso di una foresta (da cui sono facili preda di agguati), ma alla serie perdoniamo anche questo, alla fine è la storia che conta.

Anche la ricostruzione dei barbari è abbastanza accurata, sia per quanto riguarda i costumi che le credenze e addirittura i termini. Reik è il nome dei re barbari e, quando l’ho sentito, sono rimasto piacevolmente sorpreso visto che in questi casi si è sempre optato per l’adattamento dei termini nativi.

Barbari elmo nel campo
Adesso che l'ho piantato, so che quando crescerà sarà un romano forte e valoroso. Vero?

Shhpoiler da Barbari!

Bevo l’ultimo sorso. Per curiosità ho provato a scrivere “Barbari” con il sangue che esce dalla ferita e… Wow, me ne avanza tanto! Forse dovrei andare al pronto soccorso a mettere dei punti, ma ora non mi va perché è arrivato finalmente il momento di parlare degli spoiler! Si inizia tra 3… 2… 1…

Il discorso finale di Arminio è bellissimo. Solo a fine battaglia scopriamo con chi sta parlando e, nel momento in cui si vede la testa di Varo, capiamo che hanno stravinto. Certo, anche sapendo un po’ la storia lo si poteva intuire, visto che nella battaglia di Teutoburgo furono sterminate tre legioni romane e costretti gli altri alla ritirata. Ma non stiamo lì a soffermarci su questi dettagli.

Sincero in tutta la storia non ho capito il perché del bambino ritardato (di cui assolutamente non ricordo il nome) in mezzo alla battaglia. Ok che sono andati tutti a combattere, ma salvo Thusnelda non c’erano altre donne nella battaglia perché, credibilmente, erano rimaste al villaggio con i bambini, quindi perché sto bimbo non è rimasto indietro? Non c’era una qualche signora a guardarlo mentre tutti gli altri andavano a farsi ammazzare? Eddai su la scena di lui nella battaglia mi è sembrata una forzatura veramente esagerata.

Chiudo manifestando un odio profondo per Segeste, a quanto pare anche lui realmente esistito, ma pare che fosse una specie di bestione e non un tipo tracagnotto dalla faccia cattiva. Però ci sta, per come l’hanno reso aveva proprio il viso e gli atteggiamenti del voltagabbana. Così, quando è tornato dalla parte dei barbari perché aveva visto i romani sconfitti, non mi sono sorpreso poi tanto.

È stata già annunciata la seconda stagione, che vedrò non appena approderà su Netflix e, quando lo farò, forse ci farò una puntata del podcast. Ma fino a quel momento, state attenti ai Barbari!